Cos'è possibile fare per la sindrome dell'ovaio policistico?
Se si ha la tendenza a sviluppare alcuni o tutti gli elementi caratteristici di questa sindrome si può operare un cambiamento delle proprie abitudini alimentari per mantenere il peso entro i limiti di normalità controllando che l'indice di massa corporea sia compreso fra 19 e 25. Dal momento che con l'avanzare dell'età c'è un maggior rischio di sviluppare diabete e patologie cardiovascolari, si possono privilegiare cibi e bevande a basso contenuto di grassi e di zuccheri. La perdita di peso, o il mantenimento del peso forma ha, a breve termine, il vantaggio di aumentare le possibilità di successo terapeutico e, a lungo termine, quello di ridurre il rischio di diabete e malattie cardiache.
Cosa può fare il medico?
Sono possibili differenti approcci terapeutici che hanno come scopo il miglioramento delle condizioni caratterizzanti la sindrome. In particolare, potrà essere necessario:
- Stimolare l'ovulazione per migliorare la fertilità
- Ridurre la resistenza all'insulina
- Ridurre la presenza di peli superflui
Come si può indurre l'ovulazione?
Le possibili terapie per indurre l'ovulazione, e quindi migliorare la fertilità, prevedono dei trattamenti farmacologici o particolari tecniche chirurgiche. Ogni trattamento presenta benefici, rischi ed effetti diversi.
Clomifene citrato: è un blando stimolante della funzionalità ovarica, efficace per indurre l'ovulazione; rischio di sindrome da iper-stimolazione ovarica molto ridotto; possibile rischio di gravidanze plurigemellari se si sviluppano più follicoli; aumento del rischio di tumori ovarici nelle donne che assumono il farmaco per più di 12 cicli di trattamento. Metodo di cura semplice e agevole, mediante compresse da assumere per 5 giorni al mese; effetti collaterali minimi, sebbene alcune pazienti accusino mal di testa. La gravidanza riduce l'aumento del rischio di tumore ovarico riportandolo nella norma.
Gonadotropine: determinano la stimolazione diretta della crescita dei follicoli. Il tasso di ovulazione raggiunge il 90% e il tasso di gravidanze ottenute è del 20-25% per ciclo. Rischio di sindrome da iper-stimolazione ovarica; gravidanze plurigemellari se si sviluppano più follicoli. Il trattamento prevede iniezioni giornaliere di hMG o di FSH urinario altamente purificato o ricombinante. L'obiettivo è quello di stimolare la maturazione di un singolo follicolo che andrà incontro ad ovulazione dopo somministrazione di hCG.
GnRH-agonisti: a dosaggi variabili, con somministrazione giornaliera sottocutanea, stimolano il rilascio di gonadotropine.
Diatermia ovarica: è una tecnica chirurgica, in laparoscopia, che impiega il calore per modificare la funzionalità ovarica. Riduce la quantità di tessuto ovarico che secerne androgeni; determina la ripresa dell'ovulazione nell'80% dei casi.
Quali farmaci si utilizzano per il controllo degli altri sintomi?
I possibili trattamenti per il controllo di altri sintomi della sindrome dell'ovaio policistico, fra cui l'irsutismo, le irregolarità mestruali e l'obesità vengono indicati sottodi seguito. Le evidenze a favore dell'utilità di questi farmaci per il controllo della sintomatologia non sono probanti.
Metformina: migliora l'utilizzazione periferica del glucosio. È stata documentata la riduzione degli elevati livelli di ormoni androgeni e l'aumento della SHBG, la proteina legante gli ormoni sessuali. Vari studi ne hanno documentato l'efficacia relativamente alla perdita di peso. E’ poco efficace nelle donne con indice di massa corporea normale. Non vi sono prove a supporto dell'efficacia della metformina nel trattamento dell'irsutismo.
Contraccettivi orali: inibiscono la secrezione ipofisaria di gonadotropine; aumentano i livelli di SHBG, riducendo quindi la quantità degli androgeni liberi circolanti. Modesta efficacia sull'irsutismo.
Ciproterone acetato: utilizzato in associazione agli estrogeni, riduce la quantità di peli superflui. Esistono contraccettivi orali che lo contengono, in bassi dosaggi. Può comportare vari effetti collaterali quali nausea, mal di testa, sensazione di stanchezza.
Finasteride: in associazione ad un trattamento contraccettivo, riduce la quantità di peli superflui. impedendo agli androgeni di penetrare nelle cellule.
Medrossi-progesterone acetato: riduce la probabilità di contrarre il cancro dell'endometrio, che risulta aumentata in presenza della sindrome dell'ovaio policistico.
Si ritiene che l'aumento del rischio di cancro dell'endometrio sia il risultato della continua stimolazione del rivestimento dell'utero da parte degli estrogeni. Anche il lieve aumento dei livelli di insulina riscontrato in queste pazienti potrebbe giocare un ruolo in tal senso. Non sembra però sensato consigliare alle pazienti che lamentano l'assenza o la scarsa frequenza delle mestruazioni di assumere occasionalmente dei progestinici per "contrastare" gli estrogeni e minimizzare il rischio di cancro dell'endometrio.
I trattamenti non farmacologici
Accanto alla terapia medica, per il trattamento dell'irsutismo sono disponibili una serie di presidi non farmacologici. Esclusa la presenza di livelli molto elevati di androgeni, si possono prendere in considerazione, in tutta sicurezza, interventi cosmetici locali.
Sono metodi efficaci, ma ciascuno di essi può avere risvolti potenzialmente negativi. Lo schiarimento dei peli o l'utilizzo di creme depilatorie può occasionalmente causare reazioni allergiche locali. La ceretta, i depilatori elettrici o la pinzetta spezzano il pelo anziché rimuoverlo dal follicolo pilifero; il loro utilizzo può determinare infiammazioni e infezioni dei follicoli piliferi, da trattare con creme antibiotiche per uso topico. I gel depilatori provocano irritazioni cutanee meno frequentemente rispetto alla ceretta. Buoni risultati si ottengono anche con il rasoio, utilizzando saponi per la rasatura e rasoi ipoallergenici. Non vi sono prove del fatto che i depilatori elettrici o la pinzetta, la ceretta o il rasoio facciano aumentare la crescita dei peli.
La rimozione mediante il laser e l'elettrocoagulazione presentano una prolungata efficacia ma entrambi i metodi sono costosi e non possono essere impiegati su vaste aree cutanee. Inoltre l'elettrocoagulazione è dolorosa e la rimozione mediante il laser può non essere permanente. Con entrambi i metodi si possono inoltre verificare dei danni cutanei.
Qual è la prognosi?
Convivere con la sindrome dell'ovaio policistico ha significati differenti per donne diverse. Questa condizione viene percepita in vari modi e la gravità dei sintomi può cambiare a seconda dei casi. Con l'avanzare dell'età, variano anche i sintomi e i segni che la caratterizzano: la presenza di peli superflui va diminuendo e si modifica anche lo schema di distribuzione degli stessi. Anche la normalizzazione dei livelli di androgeni determina una netta riduzione del fenomeno.
Le donne affette da policistosi ovarica presentano un maggior rischio di comparsa di diabete non insulino-dipendente o di tipo 2 e di cancro dell'endometrio. Possono inoltre presentare ipertensione ed elevati livelli di colesterolo: il controllo del peso sembra comunque migliorare il rischio di ipertensione. E' fondamentale pertanto rilevare la comparsa di sintomi riferibili a tali patologie. Il cancro dell'endometrio, spesso asintomatico per lungo tempo, può manifestarsi con piccole, sporadiche perdite di sangue o metrorragie di maggiore entità, prevalentemente dopo la menopausa, ma anche nell'età compresa fra i quaranta e i cinquant'anni. I sintomi del diabete sono rappresentati da sete intensa che richiede l'assunzione di grandi quantità di liquidi per essere placata, sensazione di stanchezza, aumento della quantità di urina emesse, soprattutto nelle ore notturne.