Le tiroiditi

La tiroidite è una infiammazione della ghiandola tiroidea e la causa più comune di ipotiroidismo.
Quando i pazienti con tiroidite hanno dei sintomi, questi sono di solito quelli dell'ipotiroidismo.
E' inoltre comune avere una tiroide ingrandita che può poi rimpicciolirsi col tempo.
La tiroidite più comune è la tiroidite cronica di Hashimoto, una patologia del sistema immunitario che non causa dolore.

La tiroidite di Hashimoto colpisce circa il 5%  della popolazione adulta, aumentando di frequenza, in particolare nelle donne, col progredire dell'età.

Le infezioni virali e batteriche possono anch'esse causare una tiroidite, che si accompagna a dolori al collo e segni di ipertiroidismo.

Un'altra forma, che colpisce le donne in età fertile, è la tiroidite post-partum. Si presenta nel 5-9% delle donne subito dopo aver partorito ed è di solito una condizione transitoria.

La tiroidite di Hashimoto

E' una malattia cronica, nota anche come tiroidite cronica autoimmune (o linfocitaria), ed è la causa più frequente di ipotiroidismo nella popolazione adulta.

E' causata dall'attivazione di meccanismi immunologici contro antigeni propri della cellula tiroidea tra cui prevalgono reazioni infiammatorie croniche che progressivamente distruggono la ghiandola.

Nella quasi totalità dei pazienti affetti vi sono autoanticorpi circolanti diretti contro la tireoglobulina (Ab TG), proteina per mezzo della quale è possibile la produzione dell'ormone tiroideo, e contro la perossidasi tiroidea (Ab TPO), enzima che permette l'attivazione di tale reazione. Sembra probabile che gli anticorpi antiperossidasi provochino distruzione delle cellule tiroidee fino a ridurre la massa ghiandolare necessaria a mantenere una produzione ormonale adeguata, da cui l'insorgenza dell’ipotiroidismo.

L'evoluzione della malattia è di solito di lunga durata e riflette la progressione delle reazioni infiammatorie autoimmunitarie. Ecco perché la diagnosi della tiroidite di Hashimoto è solo raramente clinica e più spesso sospettata e confermata da esami di laboratorio, quali il dosaggio del TSH e degli autoanticorpi antitireoglobulina e antiperossidasi.

Si pone diagnosi di ipotiroidismo subclinico quando sono presenti autoanticorpi e i valori del TSH sono appena superiori al normale. Il trattamento sostitutivo con ormone tiroideo (L-Tiroxina) è comunque da iniziare perché l'evoluzione della malattia sarà inevitabilmente verso una forma di ipotiroidismo clinicamente evidente.

Tiroidite subacuta 

Nota anche come tiroidite di De Quervain. E’ una infiammazione della ghiandola tiroidea di probabile origine virale. L'infiammazione provoca un eccesso di ormoni tiroidei in circolo e si manifesta con i sintomi propri dell’ipertiroidismo; le manifestazioni sono comunque lievi e di breve durata. La tiroide è lievemente ingrandita e dolente. Alla fase di tireotossicosi spesso subentra una temporanea condizione di ipotiroidismo. Generalmente la normale attività ghiandolare riprende entro sei mesi.

Tiroidite fibrosa

La tiroidite fibrosa, nota anche come tiroidite sclerosante o tiroidite di Riedel, è una rara forma di tiroidite cronica ad eziologia sconosciuta. E' caratterizzata da una marcata fibrosi della tiroide e delle strutture adiacenti. Esordisce con sintomi secondari alla pressione esercitata dalla massa fibrotica tiroidea (difficoltà respiratorie e disfagia) oppure con raucedine ed afonia, per il coinvolgimento del nervo laringeo ricorrente. Spesso si associa a quadri infiammatori extra-cervicali e a malattie autoimmuni. La maggior parte dei pazienti mantiene una funzionalità tiroidea normale, ma in circa il 30% dei pazienti si sviluppa ipotiroidismo. Raramente può invece determinare una condizione di ipertiroidismo.

 

 

Data ultimo aggiornamento: 31 gennaio 2024