Nella valutazione dello stato nutrizionale, i parametri antropometrici, pur di semplice esecuzione, sono spesso poco sensibili, risentono della manualità di chi li esegue ed hanno come riferimento delle tabelle ottenute da campioni eterogenei, che non sempre si adattano al soggetto per sesso, età e razza.
Gli indici bioumorali studiano i livelli di diverse proteine viscerali circolanti prodotte dal fegato. Questi sono, pertanto, degli indicatori indiretti delle sintesi proteiche dell'organismo. La differente velocità di turnover e la diversa emivita plasmatica attribuiscono ad ognuna delle proteine dosate un significato particolare nella valutazione dello stato nutrizionale.
L'albumina, a causa della sua lunga emivita, è un indicatore di una condizione di malnutrizione grave, di insorgenza non recente. La variazione dei suoi livelli quale effetto della nutrizione è troppo lenta per poter essere utilizzata quale parametro immediato di valutazione dell'efficacia del trattamento; essa rappresenta comunque un validissimo indice delle modificazioni nutrizionali a medio-lungo termine.
La transferrina e altre proteine a rapido turnover come la transtiretina (o prealbumina), la pseudocolinesterasi, e la proteina veicolante il retinolo (RPB), sono degli indicatori di una condizione di malnutrizione recente, anche non particolarmente severa. Sono dei test sensibilissimi e rapidi di un bilancio calorico-proteico positivo.
Quando si utilizza la transferrina (il cui costo è contenuto e la metodica diffusa) è necessario ricordare che il suo valore come marker può essere limitato da una carenza di ferro che ne aumenta la concentrazione come pure possono ridurne i livelli la terapia con estrogeni, uno stress chirurgico, il sovraccarico in ferro, la cirrosi e le infezioni acute acroniche.
I livelli di fibronectina sono indici indiretti dell'efficienza immunitaria, correlabili con la funzionalità del sistema reticoloendoteliale.
Alcuni parametri bio-umorali hanno una limitazione nel fatto dell'essere influenzati da malattie epatiche ed altre situazioni patologiche (protido-dispersione intestinale, proteinuria ecc.).
L'aumentata suscettibilità alle infezioni dei soggetti malnutriti, legata ad un deficit immunitario plurimo, giustifica lo studio dei parametri di ordine immunologico. Le valutazioni più usate sono il numero totale dei linfociti, il tasso delle IGG e del C3 ed i test di ipersensibilità cutanea ritardata.
Il bilancio azotato è il test più preciso e sensibile per monitorare lo stato nutrizionale durante la rialimentazione perchè consente di misurare direttamente i grammi di azoto trattenuti dall'organismo per le sintesi proteiche.
Valutazione del bilancio azotato
La tecnica è di semplice esecuzione in quanto richiede unicamente la raccolta delle urine giornaliere. La realizzazione è spesso ostacolata dalla scarsa collaborazione dei pazienti e dalla mancanza di precisione nei tempi di raccolta delle urine. La valutazione può risultare complessa ed i risultati scarsamente attendibili in presenza di patologie che comportino abbondanti perdite azotate da altre vie o di neoplasie, a causa delle sintesi proteiche della massa tumorale.
Al valore dell'azoto (N) derivante dall'urea urinaria, si deve aggiungere una quantità di 2-3 grammi al giorno di azoto, stima approssimativa dell'azoto derivante dalle feci, dalle perdite cutanee e da altre molecole azotate presenti nelle urine: tale valutazione deve essere accurata in presenza di perdite significative di diversa origine, come evacuazioni copiose, drenaggi di fistole, eccetera.