Gli europei occidentali in sovrappeso o obesi sono in aumento; rappresentano, secondo differenti statistiche, il 40-46% della popolazione: sicuramente per colpa di una vita troppo sedentaria, di una alimentazione troppo ricca, ma soprattutto di una scarsa attenzione alla propria salute.
L’obesità è diventata negli ultimi anni uno dei maggiori problemi per le istituzioni sanitarie dei Paesi maggiormente industrializzati.
Il peso eccessivo è causa di disturbi cardiaci, diabete, sovraccarico delle articolazioni, e così via.
Molti sono gli insuccessi dei differenti approcci terapeutici sinora adottati: dietetici, farmacologici e comportamentali.
Tutti scrivono e parlano di diete, tutti propongono la loro dieta, spesso basata su principi più folcloristici che scientifici.
Una dieta finalizzata al dimagramento, fortemente ipocalorica, solitamente prevede l’assunzione di quantità di cibo di molto inferiori al reale fabbisogno energetico; ciò spesso comporta una perdita di peso anche a danno delle masse muscolari.
Molti ricercatori hanno tentato di trovare una riposta adeguata a questo problema. In particolare, si è tentato di ottenere gli stessi risultati ottenuti dal digiuno, cercando, però di evitarne le conseguenze negative.
Così è nata la dieta ipocalorica proteinata che riduce fortemente, almeno nella prima fase di trattamento, l’assunzione di zuccheri, rispettando il fabbisogno proteico, vitaminico, di minerali e di acidi grassi essenziali dell’organismo.
La dieta proteinata si differenzia così dalle diete ipocaloriche tradizionali che consistono in una forte riduzione dell’apporto calorico e nel mantenimento di un costante rapporto fra i differenti componenti nutrizionali: grassi, zuccheri e proteine.