Eiaculazione precoce

L’eiaculazione precoce colpisce il 20-30% della popolazione maschile sessualmente attiva.

Non esiste una definizione univoca per tale problematica che si caratterizza per:

  • eiaculazione che avviene prima o poco dopo la penetrazione e, comunque, prima che il paziente lo desideri
  • mancanza di controllo sull’eiaculazione (incapacità di ritardare l’orgasmo)
  • impatto negativo sul paziente con forte sensazione di disagio, stress, frustrazione e conseguenti difficoltà interpersonali nell’ambito del rapporto di coppia, fino ad evitare progressivamente l’attività sessuale.

Considerando il tempo di latenza eiaculatoria intravaginale (IELT), ovvero l’intervallo temporale tra l’inizio della penetrazione e l’orgasmo sessuale, si è in presenza di una vera precocità quando questo risulta sempre, o quasi sempre, inferiore al minuto.

Un’altra definizione considera precoce una eiaculazione che avviene in seguito a un numero di spinte pelviche inferiore a 15. Una condizione particolarmente grave viene definita “ante portas” e si verifica in pazienti in cui l’orgasmo avviene prima dell’inizio della penetrazione vaginale.

Tipi di eiaculazione precoce

Si distinguono diverse forme di eiaculazione precoce:

Una prima fondamentale classificazione dell’EP distingue una forma primaria (o congenita) da una secondaria (o acquisita).

Primaria

La eiaculazione precoce primaria, nota anche come “long-life”, si manifesta dall’inizio dell’attività sessuale e tende a mantenersi costante lungo il corso della vita senza essere influenzata da fattori esterni: risulta indipendente dal tipo di attività sessuale e/o dalla partner.  Sembra essere causata da disordini della trasmissione della serotonina a livello del sistema nervoso centrale. Il neurotrasmettitore è responsabile di un’azione inibitoria sul riflesso eiaculatorio: in caso di ridotte concentrazioni o di problematiche a livello recettoriale si verificherebbe la comparsa dell’eiaculazione precoce.

Altre cause di EP primaria sono costituite dall’ipersensibilità del pene (come in alcuni pazienti con fimosi e frenulo breve) e dalla eccessiva rappresentazione corticale cerebrale del nervo pudendo (situazione che porta ad amplificare a livello centrale gli stimoli sensoriali provenienti dai genitali).

Secondaria

La forma secondaria tende a manifestarsi dopo un periodo di funzione eiaculatoria normale e risulta spesso causata da patologie infiammatorie come prostatiti, vesciculiti, uretriti o balanopostiti o da patologie endocrine generali, come una condizione di ipertiroidismo. La disfunzione erettile in alcuni soggetti può essere la causa dell’eiaculazione precoce: l’eccessiva stimolazione necessaria a raggiungere una valida erezione può determinare la comparsa di un’eiaculazione anticipata.

Situazionale

Nella forma saltuaria o situazionale il problema si verifica in maniera incostante e solo in determinate situazioni (come ad esempio con una nuova partner).

Simil-prematura

Nella disfunzione eiaculatoria simil-prematura il paziente ha la sensazione di avere un’eiaculazione troppo veloce, con i relativi disagi, ma in presenza di tempi eiaculatori nel range di normalità.

Spesso la genesi del problema è multifattoriale e coesistono nello stesso paziente cause organiche e cause psicogene (come stress, ansie, paure, conflitti relazionali e varie altre problematiche sessuologiche). Questo aspetto complica l’approccio terapeutico e determina la necessità di trattare questi pazienti in modo multidisciplinare.

La valutazione clinica del paziente

La storia clinica (anamnesi) ha una fondamentale importanza nella valutazione di questi pazienti.

E’ necessario analizzare i vari aspetti dell’eiaculazione precoce: in particolare il tempo di latenza eiaculatoria, la possibilità di controllare o meno l’eiaculazione e la qualità del rapporto nell’ambito della coppia.

Alcuni questionari validati possono aiutare nell’individuare i pazienti con eiaculazione precoce e nel valutare la gravità del problema.

Va indagato e chiarito il tipo di eiaculazione precoce: primaria, secondaria, situazionale… e valutata l’eventuale presenza di disfunzione erettile.

L’esame clinico prevede un’attenta valutazione dell’area genitale, in modo da poter riconoscere eventuali situazioni anomale locali favorenti l’eccessiva sensibilità peniena, come la fimosi, il frenulo breve, le infiammazioni del glande o del prepuzio.

Esami di laboratorio mirati aiutano ad escludere la presenza di eventuali cause di eiaculazione precoce secondaria, che possono essere facilmente risolte con le opportune terapie.

Questa completa valutazione consentirà di definire la cura più appropriata, che potrà avvalersi di uno o più tra gli strumenti terapeutici disponibili.

 

Il trattamento

Nei pazienti con eiaculazione precoce secondaria è indispensabile riconoscere e risolvere la patologia scatenante.

Quando questo non risulta sufficiente si possono utilizzare altre strategie di trattamento, come per la terapia delle forme primarie.

 Le modalità terapeutiche sono molteplici e possono richiedere la collaborazione di specialisti diversi.

Le terapie comportamentali, la psicoterapia e la terapia farmacologica sono strumenti efficaci utilizzati - spesso in associazione tra loro - nel trattamento dell’eiaculazione precoce.

Terapie comportamentali

Prevedono particolari pratiche volte a ritardare l’eiaculazione. Si eseguono solitamente con la collaborazione della partner. Una di queste è la strategia dello “stop-start” che consiste nell’arresto momentaneo del rapporto poco prima del raggiungimento dell’orgasmo con successiva ripresa dopo adeguata attesa. Un'altra tecnica proposta è quella dello “squeeze” che prevede la compressione digitale del pene prima dell’eiaculazione in modo da determinare una minima detumescenza e da ritardare l’orgasmo. Un’ulteriore strategia empirica prevede la masturbazione prima del rapporto, in modo tale da desensibilizzare il pene e ritardare una successiva eiaculazione.

Approccio psicoterapeutico (o counseling)

Si basa su una serie di colloqui con uno psicologo e/o sessuologo. Risulta utile soprattutto nei casi di eccessiva ansia da prestazione. Le sedute comportano solitamente il coinvolgimento anche della partner femminile. Consentono spesso di ottenere buoni risultati nel tempo.

Terapia farmacologica

Prevede l’utilizzo degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), in terapia continuativa o “al bisogno”.

La terapia continuativa prevede una somministrazione quotidiana. E’ stata dimostrata una parziale efficacia e gli effetti collaterali non sono del tutto trascurabili: questa modalità di trattamento con SSRI non è ufficialmente approvata per questa indicazione.

La terapia “al bisogno” si avvale di un SSRI caratterizzato da azione rapida e breve emivita, designato appositamente per un utilizzo “on-demand”: va assunto 1-3 ore prima dei rapporti. L’assunzione al bisogno si traduce in una minore incidenza di effetti collaterali rispetto alla terapia continuativa con SSRI, senza rischi di sviluppare una sindrome da astinenza dopo la sospensione. L’utilizzo di questo farmaco ha ottenuto una indicazione ufficiale per il trattamento della eiaculazione precoce.

Altri farmaci potenzialmente utilizzabili per questa problematica - la cui efficacia sembra promettente ma è ancora in corso di verifiche - sono gli inibitori della 5-fosfodiesterasi (gli stessi comunemente utilizzati nella terapia della disfunzione erettile) e alcuni alfa-litici.

All’interno di una terapia multimodale nei soggetti con eiaculazione precoce vengono spesso utilizzati con successo anche farmaci ad azione topica, applicati localmente a livello del pene, volti a ridurne la sensibilità.

I presidi disponibili sono rappresentati da gel o creme anestetiche o da spray appositamente realizzati per il trattamento dell’eiaculazione precoce primaria.

Terapia chirurgica

In pazienti con eiaculazione precoce primaria può essere proposto un intervento di circoncisione o frenulotomia con lo scopo di ridurre la sensibilità peniena (anche in assenza di situazioni fimotiche o di frenulo breve). Questi interventi, caratterizzati da effetti collaterali minimi, hanno tuttavia un’efficacia non dimostrata nell’aumentare il tempo di latenza eiaculatoria.

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Data ultimo aggiornamento: 24 gennaio 2024